giovedì 15 maggio 2008

Ruvidoliscio, alle origini del ballo di sala



Sabato scorso, 10 maggio, il gruppo musicale veronese dei Folkamazurka hanno presentato alla dine & music La Fontana di Avesa (Verona) il loro ultimo lavoro Ruvidoliscio, una sorta di recupero e riproposizione di alcuni pezzi classici del liscio tradizionale datati fine ‘800 e prima metà del ‘900, composti talvolta da eccellenti musicisti e quasi tutti provenienti dalla musica popolare. Un’operazione che secondo le intenzioni dei musicisti doveva servire a “ripescare” le origini della musica e del ballo liscio
Nella presentazione dell’evento (probabilmente redatta da Livio Masarà, violino e voce del gruppo) si cita Migliavacca, Pattacini, Pezzolo e si accenna all’etimologia della parola “liscio” offrendo una possibile spiegazione: “…polka, mazurca, valzer, scottish - e solo più tardi - tango e foxtrot, aiutano i ballerini a rimanere sempre più aderenti al pavimento, quasi strisciando….”
L’operazione è comunque risultata veramente interessante, sia per l’originalità dei pezzi presentati, sia per la qualità degli esecutori. Afredo Nicoletti, Claudio Moro, Livio Masarà, Massimo Muzzolon e Nicola Berti sono sicuramente fra i migliori musicisti che offre la piazza veronese ed avere l’opportunità di ascoltarli insieme è sicuramente un’esperienza molto entusiasmante.
La circostanza risulta molto interessante anche se la si osserva e la si analizza da un’altra angolazione, perché potrebbe sortire un duplice effetto, forse non ricercato dagli artisti, ma di fatto possibile.
Da un lato potrebbe favorire l’avvicinamento del popolo dei ballerini e dei musicisti popolari al liscio autentico e “tradizionale”: operazione molto facile da realizzare e – se vogliamo – quasi scontata. Dall’altro lato – e qui la faccenda si fa più complicata – potrebbe avvicinare il “popolo del liscio” alla riscoperta delle musiche e delle danze popolari.
Cosa si vuole sostenere con queste tesi. In buona sostanza è facile “stuzzicare” l’universo delle “danze popolari” con le musiche e i balli legati al così detto liscio tradizionale, meno scontata (e questa potrebbe essere la vera scommessa) è l’operazione contraria: la possibilità cioè di avvicinare e sollecitare alla riscoperta del “popolare” l’infinito (quasi) universo dei musicisti e dei ballerini del ballo di coppia italiano.
E’ una forzatura? Può darsi! E’ una provocazione? Certamente! Provate a riflettere: quando un gruppo di musicisti del calibro dei Folkamazurka (con una fortissima connotazione e tradizione popolare alle spalle) compie uno scarto di questo livello, non credo che non stimoli più di qualche riflessione sia nel mondo popolare che in quello attiguo del liscio tradizionale. E comunque il tentativo di riallacciare il filo fra i due diversi mondi ci sta tutto.
L’augurio è che questo accada al grido di battaglia “riprendiamoci tutta la musica (e la danza) tradizionale”. Quella nobile e quella meno nobile, anche se sfido chiunque a provare solo a pensare che si possa dividere in categorie questa musica e questi balli o fare delle distinzioni del genere.

Massimo Rimpici
Verona, 15/5/2008